La città di Somma Vesuviana è adagiata sul declivio del monte Somma a nord del massiccio vulcanico del Vesuvio, con il centro urbano a mt. 150 sul livello del mare e a 16 Km. da Napoli. La superfice territoriale è di 30,74 Kmq. ed è al centro di una fascia su cui si trovano i principali comuni della zona settentrionale del Vesuvio (Cercola, Massa di Somma, Pollena Trocchia, S.Anastasia, Ottaviano, S.Giuseppe, Terzigno) e domina una seconda fascia, ubicata più a valle, con paesi altrettanto importanti (Pomigliano D’Arco, Castelcisterna, Mariglianella, Marigliano, Scisciano, Saviano, Nola).Viene quindi a dominare l’intera piana Campana chiusa da i Preappennini a nord da cui emergono le vette del Matese, dei monti del Tifata, del laburno, di Montevergine e del Terminio. La vasta estensione del territorio comunale comprende le popolate frazioni di rione Trieste ad est e di Mercato Vecchio ad ovest. Somma Vesuviana è ottimamente servita sia dalla rete ferroviaria dello stato, per il tratto Cancello – Torre Annunziata, con le due fermate di Spartimento e Reviglione, come dalla linea ferroviaria della Circumvesuviana con le fermate di Mercato Vecchio, Somma centro e Rione Trieste, sia dalla rete stradale ed autostradale, che la collegano con i più importanti centri della Campania. Non mancano servizi di autobus per le comunicazioni tra i paesi vicini.
Somma è tra le cittadine dell’area vesuviana che ha avuto ed ha conservato il maggior numero di testimonianze archeologiche storiche, artistiche ed architettoniche. Scavi effettuati nel periodo 1933 – 1936, sotto la guida esperta del direttore degli scavi di Pompei, il prof. Matteo Della Corte, portarono alla luce una parte di una lussuosa villa di epoca Augustea, individuata come la probabile residenza in cui (apud Nolam secondo Tacito) morì Ottaviano Augusto.
Intatta riscontriamo la conformazione del borgo medioevale, cinto dalle poderose mura, fatte innalzare da re Ferrante D’Aragona nel 1467, ampliando forse quelle preesistenti del periodo Angioino. Comunque, esse, nell’ultimo decennio, hanno subito danni notevoli che in alcuni punti ne hanno annullato la presenza, mentre in altri l’hanno falsata. La cinta muraria, molto alta nella parte rivolta a Nord e ad Ovest, prospiciente la piana campana e la zona che porta a Napoli, mantiene nel suo circuito quasi tutte le torri (tredici), anche se alcune, capitozzate, sono state inserite in fabbricati fin dal secolo scorso. Poco o nulla ( una sola torre con residui di mura) resta invece della più antica Rocca su cui successivamente (nel 1622) fu eretto il famoso Santuario detto di S. Maria a Castello, meta ancor oggi di folti pellegrinaggi provenienti da tutti i paesi del circondario.
All’interno del quartiere Casamale, cosi è chiamata la parte la parte più strettamente medioevale, dal nome di una famiglia del luogo, ancora permangono intatte considerevoli testimonianze dell’epoca sotto forma di chiese, palazzi, portali, archi e insediamenti urbanistici. Perdute le quattro monumentali porte, trasformate in semplici accessi viari al centro antico, si notano invece tra le altre alcune emergenze architettoniche: la Chiesa Collegiata (rifatta nel XVI secolo), il portale Durazzesco – Catalano del palazzo Secondurfo (XV secolo), palazzo Sirice (XV e XVII secolo), palazzo Orsini e Colletta (XV e XVII secolo), la chiesa delle Alcantarine (XVII secolo), la chiesa di Pietro ed altri molteplici caseggiati o singoli ambienti caratterizzati da elementi architettonici dei secoli scorsi.
Certamente maggiore imponenza hanno nel loro aspetto i palazzi cinque, sei e settecenteschi schierati sull’antica piazza del Trivio e su via Casaraia ( palazzo Giusto, palazzo Mormile- Campochiaro, il Convento dei Padri Martinia-ni, oggi palazzo Indolfi, palazzo De Felice, poi Orsini e poi Alfano- De Notaris), ove gli spazi più ampi a disposizione hanno permesso l’ingigantirsi delle piante e delle facciate. Intramontabili e maestose segnano il territorio le più monumentali opere erette sul territorio fuori delle mura dagli Angioni (L’Arx Summae, il convento e la Chiesa di S. Domenico, il palazzo della Starza Regina, la masseria di Madama Fileppa), dagli Aragonesi ( le mura del Borgo medioevale, parte del palazzo della Starza della Regina, il convento e la chiesa di S.Maria del Pozzo) e da nobili famiglie napoletane e non, trasferitesi a seguito dei reali in Somma (masseria Resina, masseria del Duca di Salza, masseria Malatesta, masseria Alaia, masseria S.Chiara, masseria Ciciniello, etc.).
Né mancano opere d’arte pittoriche di altissimo pregio a corredo delle moltissime fabbriche religiose, distribuite su tutto il territorio di Somma, consistenti in affreschi del XI e del XIV secolo, in tavole del XVI secolo ed in tele del XVI, XVII e XVIII secolo di autori noti o di scuole famose. Permangono, poi, innumerevoli manifestazioni folkloriche, che affondano la loro origine nel passato più remoto, ed esercitano sui popoli ciurcumvicini forte attrazione e compartecipazione. Né è da dimenticare l’interessante e fornitissimo Archivio Storico Comunale, che conserva documenti ed atti risalenti al lontano XVI secolo. Questo solo per ricordare brevemente la rilevante presenze di edifici, monumenti, e di opere di varie epoche, che negli ultimi tempi sono oggetto di attenzione da parte di studiosi di ogni parte d’Italia, anche se spesso la scarsa manutenzione non permette di usufruire a fondo del loro valore. Ed è proprio questo interessante patrimonio socio- storico-culturale che costituisce il presupposto più valido per sviluppare concrete proposte turistiche ed avviare attività ricettive, che creino occasioni di occupazione e nuove prospettive economiche.